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NOI GIOVANI:IL FUTURO DELLA MEMORIA

Introduzione


Attenendosi solamente a quanto riportato sui manuali scolastici si rischia di possedere una visione della storia senz’altro parziale e incompleta. Questo perché essi risultano omissivi di intere pagine storiche, perlopiù verità inconfessabili, poiché si tratta di stragi, delitti o veri e propri genocidi compiuti da qualsiasi parte o fazione politica. Compiendo un lavoro di ricerca faticoso ma necessario si può scorgere allora (prima di tutto in Internet su fonte accreditate) una lettura storica diversa da quella che l’informazione di massa solitamente propina. Si scopre così che a determinare gli eventi non sono solo gli atti formali che ne costituiscono le cause, ma innumerevoli fattori spesso tenuti nascosti all’opinione pubblica.
Dunque, nonostante la diffusione capillare delle notizie attraverso i mass media e la grande varietà di edizioni di manuali proposte, una parte della storia viene taciuta non perché ignorata o sconosciuta, ma volutamente, allo scopo di manipolare e controllare le masse, in modo da inculcare determinate idee e tralasciare nell’oblio gravi e vergognose responsabilità storiche. “La storia è scritta dai vincitori”: questa affermazione assume una validità indiscutibile ed è l’emblema di una visione che, nonostante il passare del tempo e il graduale cammino di progresso e conquista della civiltà, rimane ancorata e diretta da posizioni faziose vincenti che si sono imposte con la forza della dialettica, delle armi e/o che hanno provveduto a una “pulizia storiografica” operata per secoli - perciò ben riuscita - e la cui influenza è ravvisabile anche nel lessico.
E’ per questo che nel corso dell’anno scolastico 2008-09 la nostra classe, coadiuvata dall’insegnante Gloria Sica, ha realizzato lavori di ricerca volti ad approfondire eventi storici non adeguatamente trattati nei manuali di storia. Dal genocidio vandeano della Rivoluzione francese all’Olocausto ebraico della seconda guerra mondiale il fine prefissatoci è lo stesso: dare la parola agli oppressi, affinchè la nostra visione critica nei confronti degli eventi storici possa divenire sempre più obiettiva e globale e ci consenta di costruire un avvenire migliore. Come dice infatti Giovanni Paolo II: “Ricordare il passato è impegnarsi per il futuro”.