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l'Inquisizione spagnola in Sardegna: processo ad una strega

Introduzione

Il progetto didattico "L'inquisizione spanola in Sardegna: processo ad una strega " è nato dal desiderio di approfondire il curricolo di storia in relazione ad un periodo, quello dell'Inquisizione spagnola, che occupa un posto privilegiato nell'immaginario collettivo giovanile. La parola "strega" spesso evoca l'idea di vecchie megere che praticano incantesimi e sortilegi o che richiamano forze demoniache a favore del male. Tale visione, profondamente distorta, è stata notevolmente condizionata dalle rappresentazioni simboliche diffuse dall'Inquisizione spagnola nel periodo della Controriforma. Con il presente lavoro si è cercato di evidenziare la reale consistenza del fenomeno della stregoneria , sopratutto se calata nella realtà culturale della Sardegna spagnola.
Gli antichi sardi inserivano il mondo in una visione animistica, concepivano gli spiriti come entità che si trovavano intorno ai vivi; era normale la presenza all'interno dei villaggi di persone che riuscivano a vedere i morti. Erano sopratutto donne che curavano le malattie, toglievano il malocchio, e scacciavano gli animali nocivi . Il principale fattore che operò a disgregare questa cultura pagana, fu proprio il cristianesimo e in seguito la Chiesa , la Santa Inquisizione, e secoli di dominazione spagnola. Tale apparato di potere e di dominio politico, economico, amministrativo culturale, che nel progetto viene descritto nei suoi caratteri principali, rimase sempre contrapposto al mondo agropastorale dei villaggi sardi, con le sue regole non scritte che ne organizzavano la vita quotidiana. E' entro questo ambito sociale che opera Iulia Carta, accusata di stregoneria , che si fa portatrice dei codici di cui la sua cultura è espressione e che attraverso il rito magico tenta di neutralizzare il potere forte della dominazione spagnola