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Dino Provenzal e le leggi razziali, 1938-1945

Abstract

La parola "ebreo" per Dino Provenzal (e per molti italiani, ebrei e non ebrei) non significò molto sino a quando le leggi del 1938, che sarebbe più corretto definire "razziste" anziché "razziali", non lo costrinsero a prendere atto che dopo novant'anni di integrazione e di uguaglianza lo stato italiano (fascista) lo cacciava dalla scuola ed entrava con prepotenza nella sua vita: la sua famiglia non avrebbe potuto più avere una domestica "ariana" e addirittura i suoi figli non appartenevano alla sua stessa "razza". L'assurdo nella vita quotidiana, ma anche la tragedia: il fratello infatti fu deportato e morì ad Auschwitz.