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La svolta di Galeazzo Alessi a Genova

Il progetto didattico

Il progetto è nato con qualche resistenza iniziale dovuta al fatto che i ragazzi erano abituati ad una metodologia molto tradizionale inoltre la classe, al momento, non dispone di LIM in aula e il laboratorio informatico di una scuola grande come la nostra deve essere necessariamente organizzato prevedendo un alternanza equa. Come insegnante ho considerato utile la piattaforma di Policultura perché solitamente siamo costretti a proporre attività nelle quali “fingiamo” di comunicare ad altri impressioni, informazioni, notizie in genere già note e ripetute molte volte nel corso delle stesse lezioni. In questo caso si è trattato di comunicare per davvero, ci siamo confrontati con necessità vincolanti da un lato ma, nello stesso tempo, dettate da esigenze concrete.
In un primo tempo il lavoro è stato di ricerca e approfondimento e i ragazzi, una volta entrati in possesso delle informazioni, erano poco intenzionati a sintetizzare: non volevano rinunciare al bagaglio di informazioni in loro possesso. A quel punto li ho invitati a controllare i lavori delle precedenti edizioni e hanno capito che la sintesi non avrebbe svilito il loro lavoro. Per la ricerca ci siamo rivolti ad archivisti, esponenti del consiglio di circoscrizione, al parroco della basilica di Carignano, ai responsabili dei musei, ecc… ovviamente senza prescindere dalle informazioni contenute nei testi accreditati. I ragazzi, suddivisi in gruppi di lavoro con compiti diversi, hanno preso l’iniziativa di scrivere ai responsabili dei restauri di alcune opere genovesi, ottenendo risposte interessanti e documentate. Sono stati ssegnati anche compiti a casa e gli elaborati prodotti sono stati raccolti in formato digitale, lo stesso metodo è stato utilizzato per le immagini. Un po’ più complicata la realizzazione dei file audio, perché le variabili che intervengono in questi casi sono imprevedibili: la coincidenza con l’ora di strumento e dunque l’ossessivo suono dei pifferi , le canzoncine di qualche alunno particolarmente allegro, le urla di qualche insegnante infuriato o addirittura, quando pensavamo di esserci rifugiati nell’aula più silenziosa della scuola, un improvviso scosciare d’acqua, hanno condizionato le registrazioni.
Personalmente mi sono posta come obiettivo di far partecipare tutti i ragazzi tenendo conto delle potenzialità e delle difficoltà di ognuno, a questo scopo ho personalizzato le richieste sia da un punto di vista qualitativo che quantitativo, anche grazie alla pronta collaborazione dell’insegnante di sostegno. Naturalmente le differenze individuali nell’approccio e nell’interesse sono state rilevanti ma tutti hanno contribuito alla produzione dei testi, delle immagini e dei file audio, nessuno escluso, tutti infine hanno collaborato alla revisione conclusiva.
La nostra più grande soddisfazione è stata la scoperta di opere d’arte di grande valore quasi dimenticate: in particolare il palazzo Grimaldi Sauli, scarsamente considerato anche dai genovesi, che nel 1500 doveva essere uno dei palazzi più straordinari della città, inoltre nella sagrestia di Carignano abbiamo scoperto e apprezzato la bellissima Sacra Conversazione di Luca Cambiaso, senza dimenticare il fatto che molti ragazzi non avevano mai visitato la cripta di una basilica e non conoscevano le caratteristiche dei documenti cinquecenteschi che abbiamo potuto visionare in copia.