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Dantematica: la matematica nella Divina Commedia

Il progetto didattico

Nel tentativo di studiare e raccontare l'opera più importante di Dante, la Divina Commedia, nella maniera più interdisciplinare possibile, abbiamo seguito un percorso graduale: prima l'insegnante di lettere ha spiegato agli alunni il contesto storico in cui è vissuto Dante e le ragioni che l'hanno spinto a scrivere la Commedia, organizzando anche un'uscita didattica per visitare la tomba del poeta a Ravenna. L'insegnante ha letto e parafrasato alcuni brani, spiegando agli alunni alcuni riferimenti di natura numerologica, a cui io, in qualità di docente di matematica e scienze, mi sono subito agganciato, ed ho poi approfondito scegliendo terzine contenenti espliciti riferimenti aritmetici e geometrici.
Durante questa prima fase, per rendere graduale il passaggio dalla lezione frontale all'attività laboratoriale della narrazione vera e propria, ogni volta che è stato spiegato qualcosa in classe, ho affidato compiti di tipologie diverse da svolgere a casa, tali da tener conto dei diversi talenti dei nostri alunni (cercare immagini; riassumere le spiegazioni; disegnare scene o ambientazioni; ecc.). Sin dal principio molti alunni si sono offerti di svolgere l'uno o l'altro compito, ben consapevoli delle proprie capacità, e in effetti la qualità dei risultati dei lavori prodotti ne è stata una conferma; per coinvolgere invece la "minoranza silenziosa", formata da 4-5 alunni (su un totale di 27) con scarsa applicazione a casa, ho affidato a loro dei compiti che comunque potessero rispecchiare il loro stile d'apprendimento, ma ho privilegiato il coinvolgimento in classe rispetto a quello a casa (ad esempio scrivere/disegnare alla LIM; cercare immagini in Internet; usare Paint o i programmi della LIM per combinare testo e immagini o modificare queste ultime; ecc.). L'effetto è stato positivo anche con questi alunni, i quali hanno acquisito maggiore fiducia nelle proprie capacità e confidenza con le nuove tecnologie.
Parallelamente a questa fase di lavoro, che definirei "individuale" e "semi-laboratoriale", io provvedevo ad inserire in 1001storia sia le immagini trovate e/o modificate, sia i testi e i disegni realizzati dagli studenti, apportando, ove necessarie, le opportune modifiche.
In una fase successiva, che definirei "di gruppo" e "laboratoriale", ho suddiviso la classe in gruppi di lavoro eterogenei, in maniera tale che ciascun gruppo contenesse almeno un elemento con una particolare attitudine. Lo scopo era trasformare tutte le descrizioni dei sottoargomenti in dialoghi immaginari tra noi e Dante, mentre gli argomenti sono rimasti di tipo descrittivo e impersonale.
Per la parte della narrazione parlata vera e propria, abbiamo deciso di designare un ragazzo nei panni di Dante, mentre gli altri di volta in volta gli hanno rivolto domande in una sorta di intervista. In questa fase, che ha riscontrato un enorme coinvolgimento, ho cercato di assecondare il più possibile le richieste di parlare da parte degli allievi, affinché potessero acquisire maggiore sicurezza e fiducia in se stessi anche quelli più timidi o con una voce meno impostata ed enfatica.
Sia io che il mio collega di lettere ci riteniamo estremamente soddisfatti del modo in cui i nostri alunni (ricordo: di seconda media) sono riusciti ad interiorizzare una tematica così complessa come quella della matematica nella Divina Commedia: gli alunni sono stati molto collaborativi e propositivi durante le varie fasi, al punto tale che hanno voluto impostare alcuni dialoghi addirittura in rima. Non abbiamo incontrato particolari ostacoli, eccezion fatta per il tempo, perché le lezioni impiegate per svolgere le varie attività per il concorso sono state davvero tante, richiedendo addirittura un incontro pomeridiano per raffinare i dettagli.