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Herbert e i suoi amici della prima B (vi spiegano i robot)

Herbert del quadro è uno di noi

Il tema di questa narrazione, la robotica educativa, fa parte del progetto “Herbert del quadro”, proposto alla classe prima B. Si tratta di un progetto che ha come finalità l’inclusione di tutti i bambini della classe che inizialmente non si conoscevano, grazie ad Herbert, i bambini comprendono l’importanza di conoscere un amico totalmente diverso da loro ed accettarne la diversità. La narrazione inizia con l’ascolto di una storia inventata, dal titolo “Herbert del quadro”. L’insegnante ha dato un nome al personaggio dipinto nel quadro di Joan Mirò, “Spirali”. La motivazione per cui è stata scelta l’opera di Mirò come punto di partenza è legata al fatto che le rappresentazioni grafiche ed iconiche del pittore sono molto vicine alle produzioni artistiche dell’infanzia, inoltre questo omino è dipinto senza occhi, né naso, né bocca ed i bambini hanno subito posto l'attenzione su tale particolarità. Herbert dunque è il personaggio che un giorno decide di uscire dal quadro e subito incontra i bambini della classe prima, i quali si accorgono di non poter interagire con lui. Herbert è troppo diverso da loro, non parla, non riesce a comunicare, non fa nulla, emette solo uno strano suono, ad un certo punto ad un bambino viene l’idea di disegnare ad Herbert tutti gli organi di senso di un corpo umano. Ed è grazie a ciò che in bambini iniziano ad interagire con Herbert, che è anche il personaggio principale della seconda narrazione realizzata dai bambini. La classe ha quindi lavorato su due narrazioni contemporaneamente, accompagnati da Herbert, ormai parte integrante della classe stessa. Inizialmente ai bambini sono stati proposti giochi di ruolo e attività propedeutiche al lavoro di gruppo, in seguito i bambini hanno lavorato per piccoli gruppi dove ognuno aveva un compito ben preciso ed assegnato dall’insegnante a turno. Tutti hanno partecipato sia al laboratorio di robotica, sia alla narrazione. La metodologia del lavoro di gruppo cooperativo e il lavoro tra pari ha permesso ad ognuno di sperimentare, creare, organizzare, senza sentirsi esposti a qualsiasi forma di giudizio perché l’errore è sempre stato accettato come un momento utile per proseguire nel lavoro. Tutti hanno compreso come l’errore in genere, è stato un momento di riflessione e di comprensione che ha permesso di migliorarsi e di raggiungere l’obiettivo in modo più che soddisfacente. La classe, inoltre, ha lavorato con grandissima soddisfazione anche su Moodle, dove tutti, genitori e bambini, hanno dato il loro personale e valido contributo alla narrazione, l’insegnante perciò ha deciso, insieme ai bambini, di inserire nella narrazione tutto il materiale prodotto e postato su Moodle, per non smorzare l’entusiasmo dei bambini. Forse la nostra narrazione non segue tutti i criteri stabiliti, ma a noi piace così com’è.