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INFANZIA E DIRITTI NEGATI

Il progetto didattico

Il progetto nasce dall’esigenza di esaminare come le nuove tecnologie possano essere integrate nella didattica, ma soprattutto di verificare quali siano i processi di cambiamento richiesti per innovare le pratiche di insegnamento e di apprendimento. Nella nostra scuola la modalità didattica più diffusa è la lezione frontale, pertanto notevole importanza ha rivestito l’ambito organizzativo e la relativa trasformazione degli ambienti di apprendimento, che trascende i tempi e gli spazi della formazione così come li abbiamo utilizzati fino ad oggi. In particolare, abbiamo sperimentato questo nuovo progetto utilizzando l’ora di compresenza settimanale tra Scienze Sociali e Filosofia. La metodologia didattica basata sulla sperimentazione di scenari educativi e “Learning Activity”, che propongono percorsi attivi di apprendimento con l’uso delle nuove tecnologie, ha invertito il tradizionale ruolo docente/studente mettendo lo studente al centro del proprio percorso di costruzione delle conoscenze e affidando all’insegnante il ruolo di guida, coach, facilitatore degli apprendimenti. Quindi un capovolgimento del tradizionale paradigma didattico: da un approccio frontale prevalentemente legato alla lezione cattedratica a metodologie centrate sullo studente. Approcci per scoperta, percorsi individualizzati, attività di gruppo, contesti di realtà, integrazione di risorse esterne alla scuola, collaborazione a distanza, sono stati gli elementi che noi docenti siamo stati chiamati a sviluppare, col supporto delle tecnologie digitali, nello svolgimento del progetto. Questa attività ha richiesto il lavoro in team, per permettere agli studenti di sviluppare maggiori competenze interpersonali, attraverso la collaborazione tra pari, sviluppando così una maggiore coesione in classe; l’uso di strumenti tecnologici e il ricorso ad ambienti diversi dalla tradizionale aula scolastica, è servito anche per illustrare loro le differenze tra dati empirici e le informazioni contenute in un libro di testo.
E’ emersa, innanzitutto, la validità della metodologia della narrazione come supporto alla progettazione didattica. Lo scenario è stato una sfida per noi docenti che abbiamo dovuto metterci in gioco per superare problemi organizzativi, metodologici, tecnologici. Ma è servito confrontarci e condividere idee, ed avanzare proposte attorno ad una pratica innovativa condivisa.
Gli alunni sono stati chiamati a produrre contenuti, commentare e integrare gli argomenti con i loro saperi, si lavorava per progetti, compiti, gruppi di lavoro, è stato un vero e proprio lavoro di redazione piuttosto che lo svolgimento di una lezione. Lo studente è diventato così sempre più capace di gestire, archiviare, collegare frammenti di sapere creando nuova conoscenza e , come nativo digitale, ha esercitato e sviluppato questo tipo di intelligenza, definita “digitale”.
I ragazzi si sono sentiti valorizzati, motivati e partecipi. Inoltre la pubblicazione online dei contenuti restituirà loro un senso di “visibilità sociale” che si misurerà anche con l’opportunità di trasferire questa esperienza condividendola nello spazio delle assemblee di classe e/o d’istituto, nonchè in specifici eventi a forte valenza comunicativa quali una mostra fotografica e l’ascolto di storie di vita di adulti, raccolte mediante un’indagine sul territorio.
Gli strumenti della Rete sono stati esplorati e utilizzati, e i contenuti sono stati discussi, elaborati e realizzati insieme. Le metodologie didattiche più utilizzate sono state il cooperative learning, il learning-by-doing, l’apprendimento per scoperta, la didattica per progetti e per problemi, la didattica individualizzata.
La tecnologia ancora una volta ha avvicinato, ha reso gli allievi più partecipi e ha permesso loro di conoscere i professori sotto un altro aspetto. La tecnologia ha potenziato la comunicazione, la collaborazione e la condivisione restituendo un clima più disteso, in cui i ragazzi hanno sentito di avere un ruolo fondamentale, probabilmente anche per chi si è sentito più in difficoltà.