L’esperienza si inserisce all'interno di un progetto di consolidamento di competenze linguistiche e storico-geografiche attraverso l'utilizzo di strumenti multimediali. Tale progetto è stato destinato a gruppi di alunni delle classi quarte, anche di nazionalità diversa, della scuola primaria dell’Istituto Comprensivo Marconi-Oliva di Locorotondo.
Per valorizzare il lavoro di ricerca – studio, consolidare le competenze di base e, nello stesso tempo, promuovere il nostro territorio anche dal punto di vista turistico si è pensato di ambientare qui, nei luoghi più suggestivi e storicamente più importanti del paese, proprio la fiaba di Biancaneve. Gli argomenti trattati sono del resto strettamente collegati agli obiettivi previsti dal curricolo dei nostri alunni delle classi quarte.
Il progetto ha voluto fornire ai ragazzi strumenti, soprattutto multimediali, per rappresentare la realtà che li circonda. In particolare avendo avuto modo di apprezzare il proprio territorio e il proprio paese attraverso diverse attività e visite guidate, i ragazzi hanno voluto rappresentare ogni posto così come loro lo hanno avvertito, ovvero come luogo magico depositario di storie e racconti che si sono susseguiti lungo i secoli. L'obiettivo specifico, cioè quello di rappresentare la loro esperienza di visitatori, è stato così chiaro che essi stessi hanno voluto inventare la modalità della rappresentazione che rispecchia esattamente la percezione che hanno avuto di quei luoghi, appunto fantastici.
La prima attività svolta è stata quella della raccolta delle immagini e delle foto dei posti visitati. Oltre all’utilizzo della fotocamera digitale, i ragazzi si sono avvalsi anche della ricerca sul web di immagini tipiche della città di Locorotondo. Successivamente hanno scelto la fiaba, Biancaneve, che secondo loro meglio poteva essere rappresentata nel territorio e hanno provveduto a dividerla in 11 passaggi fondamentali. Hanno rappresentato ogni passaggio realizzando un fotomontaggio tra i posti reali del paese e i cartoni recuperati dal web. Ha fatto seguito la scrittura creativa della nuova fiaba e la registrazione della loro voce nella narrazione.
Gli alunni sono stati divisi in gruppi composti da due ragazzi e ciascun gruppo ha lavorato su una delle 11 fasi in cui la fiaba è stata suddivisa. Il lavoro in piccoli gruppi non solo ha consentito che ciascun alunno interagisse necessariamente, ma anche che si utilizzasse l’apprendimento collaborativo, soprattutto lì dove uno dei due disponesse di minori competenze sia linguistiche che informatiche. La collaborazione ha avuto molta importanza anche nella progettazione del particolare episodio assegnato al gruppo specifico.
Ciascuna coppia di alunni ha lavorato su una fase progettuale/creativa, in cui andava pensato lo specifico episodio della fiaba, e su una fase pratico/realizzativa. L’accoppiamento di un alunno con particolari capacità creative, linguistiche e progettuali con un alunno con particolari capacità pratiche, informatiche e di problem solving, ha fatto sì che ciascuno dei due potesse mettere in atto le proprie attitudini, trasmettendone anche i tratti essenziali al proprio compagno di avventura.
In questo contesto l’apprendimento collaborativo è stato quello più adatto: c’è stata una trasmissione di competenze linguistiche, informatiche, ma anche di tecniche di problem solving da parte di ciascun alunno.
Queste metodologie didattiche hanno fatto sì che gli alunni acquisissero competenze informatiche e affinassero le proprie capacità espressive attraverso la scrittura creativa della fiaba e la composizione di immagini, foto e colori. Hanno imparato a leggere un territorio e la sua storia attraverso i monumenti, i palazzi, le piazze, le chiese e soprattutto il racconto dei loro insegnanti, genitori e dei loro nonni. Hanno affinato la capacità di analizzare un problema e di trovare i mezzi più adatti per risolverlo pianificando gli interventi ritenuti appropriati. Infine, si sottolinea lo sviluppo di una maggiore attitudine al lavoro di gruppo e alla collaborazione con l’insegnante e i compagni.
In un contesto in cui l’attività è stata svolta in piccoli gruppi, è stato più semplice per gli insegnanti seguire nel rapporto uno a uno gli alunni con maggiore difficoltà di concentrazione o con minori capacità tecniche. In realtà questa fase di affiancamento si è svolta solo nella parte iniziale del progetto, infatti dopo l’ allineamento iniziale delle competenze tutti gli alunni sono stati in grado di operare in modo quasi autonomo. Gli alunni più vivaci, o comunque con difficoltà di concentrazione, oltre che dagli insegnanti sono stati affiancati dai ragazzi-tutor in grado di trascinarli e di coinvolgerli nelle attività.
All’inizio non è stato facile convincere gli alunni a lavorare in gruppi preimpostati e non spontanei, infatti nessuno ha potuto scegliere liberamente il proprio compagno. Gli abbinamenti, quasi sempre suggeriti dagli insegnanti, avevano come obiettivo il coinvolgimento di tutti i ragazzi nel progetto. Un limite riscontrato e difficilmente superato nella fase progettuale del lavoro è stata la limitata capacità di astrazione da parte degli alunni. Infatti, hanno avuto difficoltà nel pensare lo svolgimento della fiaba nei luoghi del loro vissuto quotidiano: come se un evento fantastico non potesse svilupparsi nella loro realtà. Dal punto di vista operativo qualche allievo ha avuto difficoltà nel coordinarsi con gli altri gruppi di lavoro: in effetti ciascun gruppo doveva estrapolare un singolo episodio dalla storia e rappresentarlo ma in modo dipendente dal lavoro degli altri gruppi (ad esempio la rappresentazione della strega doveva essere uguale in tutti gli episodi usando lo stesso cartone). La difficoltà è stata superata solo con il continuo monitoraggio degli insegnanti.
Si ritiene che il progetto abbia raggiunto i risultati attesi. In particolare gli alunni hanno acquisito una maggiore conoscenza del proprio territorio e hanno imparato l’importanza della sua valorizzazione. Inoltre, hanno appresso nuove tecniche espressive e informatiche che li ha resi autonomi nel rappresentare il mondo che li circonda, ma anche fatti e personaggi della loro fantasia, in modo diverso. Infatti, ora che la narrazione è conclusa, negli incontri in laboratorio, già si stanno attivando nella progettazione di altro, sulla base di quanto hanno appreso. L’aspetto più interessante è stato lo sviluppo della loro capacità di astrazione, infatti i ragazzi hanno cominciato ad intuire che la realtà che li circonda non è statica e cristallizzata, ma può evolvere ed essere pensata come luogo di realizzazione dei propri sogni. Gli allievi spesso sorridevano e si stupivano di vedere un principe, una regina o una strega all’interno dei luoghi del loro vissuto quotidiano, ma soprattutto si meravigliavano del fatto che gli artefici di questo lavoro fossero proprio loro stessi.