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Alla scoperta delle civiltà minoica e micenea

Il progetto didattico

Il lavoro al progetto ha coinvolto la classe per circa due mesi. Le ore dedicate allo studio della storia sono state circa due alla settimana, implementate da alcune ore di italiano nel momento del racconto dei racconti mitologici inerenti alle due civiltà (per la civiltà minoica il mito del Minotauro e per la civiltà micenea quello di Troia) e da alcune ore di arte e immagine per dar modo di riprodurre a mano alcune fonti iconografiche che insieme avevamo trovato su internet e stampato in classe.
In un primo momento abbiamo affrontato lo studio delle due civiltà in maniera tradizionale, sul libro e con mappe concettuali sul quaderno. Poi abbiamo cominciato a fare approfondimenti sulla LIM ricercando materiale iconografico che mano a mano sistemavo in cartelle apposite per trovarlo poi a disposizione.
Ho quindi esposto alla classe la volontà di partecipare al progetto e al concorso e la classe ha subito risposto con entusiasmo alla proposta. Abbiamo disquisito su quale fosse una struttura lineare e logica con cui esporre tutti i campi del sapere che mano mano avevamo accumulato in merito a queste due civiltà ed è sembrato naturale seguire in parte le mappe concettuali – indicatori di civiltà che dall’inizio dell’anno stiamo utilizzando per lo studio delle varie civiltà dei fiumi.
Ci si è divisi quindi i compiti, a volte a seconda della naturale predisposizione, a volta su mia indicazione. C’è chi si è impegnato a riprodurre a mano alcune fonti iconografiche, chi ha sintetizzato il testo del libro per esporre un determinato tema, chi ha anche approfondito alcuni temi che nel libro non venivano affrontati, esponendoli quindi alla classe. Sottolineo il fatto che tutti si sono sentiti coinvolti perché c’era la possibilità di sfruttare le singole abilità, senza protagonismi da parte di nessuno e senza gare interne. Nessuno poi ha messo il proprio nome agli elaborati, considerandoli davvero un tassello parte di un tutto.
Piuttosto laboriosa è stata la registrazione delle tracce audio, che hanno visto gli alunni impegnarsi non solo a leggere speditamente senza fare errori o suoni “molesti”, ma anche dando espressione a quanto leggevano, vincendo l’emozione e la timidezza. Ho volutamente lasciato un paio di tracce che so potranno sembrare "strane" ma posso assicurare che sono state il meglio di uno sforzo immane per vincere un italiano non proprio fluente o una timidezza molto limitante.
La parte dell’elaborazione delle tracce, che è stata seguita dall’insegnante, ha visto comunque gli alunni partecipi nel vedere come spesso suoni e immagini possano non essere quelli originali, ma possano senza particolari difficoltà essere manipolate, cambiate, contraffatte. Questo ha dato vita a molte riflessioni sul ruolo informativo e sulla sincerità di alcune fonti televisive.
Il progetto, al di là del riconoscimento ufficiale, è stato di per sé un successo didattico: gli alunni partecipavano in maniera costruttiva all’impianto della narrazione senza alcun sforzo, producevano spontaneamente ricerche, elaborati, disegni e si mostravano contenti di poter esprimere le loro conoscenze con le moderne tecnologie.
È stato per la classe anche un momento che ha creato forza aggregante e di coesione perché tutti si sono visti, al di là della singola individualità, parte di una progettualità unica, in cui dovevano confluire gli sforzi di tutti per tutti. Abbiamo chiuso, come sempre, al limite del tempo…