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Non solo rosa...percorsi di libertà

Il progetto didattico

Affrontare il tema della libertà personale e delle differenze, di genere ma non solo, in età scolare, evitando l'insorgere di pregiudizi e di di false credenze, costituisce il presupposto per una sana vita personale e di relazione in età adulta.
Sulla base di tale assunto, l'IC "E. Patti" di Trecastagni (CT) persegue obiettivi di educazione a una cittadinanza di genere; promuove una cultura di non discriminazione, avvalendosi a tal scopo anche dell'apporto dello psicologo scolastico.

In orario curricolare, all'interno di un percorso didattico progettato in funzione del curricolo verticale e trasversale, gli alunni, guidati dalla docente dell'area umanistica e tecnologica, hanno studiato usi e costumi dei greci e dei romani, approfondendo il ruolo della donna e analizzando le biografie di donne che si sono distinte in quell'epoca storica per le loro qualità intellettuali e morali.
Successivamente, lo studio della biografia di una donna come Rita Levi Montalcini, ha permesso di cogliere analogie/differenze tra il ruolo della donna del passato e del presente.
Supportati dallo psicologo scolastico, sentiti i rappresentanti delle Istituzioni locali sugli aspetti normativi che regolano il rapporto uomo/donna, ascoltata la testimonianza di una donna che ha scalato i gradini del successo con impegno e determinazione, hanno confrontato la realtà dell'uomo/della donna del passato con il vissuto dell'uomo contemporaneo.
Si è cercato infine di capire se, e in che misura, alcuni pregiudizi e alcune limitazioni della libertà personale siano stati oggi realmente superati, con specifico riferimento all'universo femminile.

Obiettivo del percorso didattico era trovare modalità alternative allo studio del libro di testo per affrontare alcuni contenuti disciplinari previsti dal piano di studio (ad esempio il ruolo della donna nella civiltà greca e romana); far emergere una cultura di parità tra i generi; superare la logica della prevaricazione; aumentare le consapevolezze sugli stereotipi di genere; favorire un'assertiva affermazione di sé da parte delle bambine/i nelle relazioni; favorire la consapevolezza dei processi che portano al bullismo e alla violenza; prevenire casi di violenza sulle donne.
Diverse le attività curricolari che hanno contribuito alla costruzione della narrazione e allo sviluppo di competenze linguistiche, sociali, civiche e digitali negli alunni: lo studio critico della civiltà greca e romana, in storia; la costruzione di mappe concettuali, l'elaborazione di foto e video digitali attraverso l'uso di software di editing audio-video, in tecnologia; la webquest e la scrittura digitale, in italiano; la rappresentazione grafica con l'uso del colore in arte e immagine; la localizzazione dei fatti storici sul planisfero e su google earth in geografia.

La metodologia adottata è stata quella interattiva, secondo il paradigma costruttivista, con attività a piccoli e grandi gruppi dove il talento di ciascuno trova piena valorizzazione.
Si è privilegiato il coinvolgimento attivo degli allievi; si è applicato il principio della trasversalità (lavorare su più discipline per lo sviluppo di competenze chiave, tra cui "imparare ad imparare"); si sono sfruttate le potenzialità educative e di apprendimento dei media per lo sviluppo degli apprendimenti specifici di ogni disciplina.
La questione delle differenze di genere è stata affrontata con i bambini a partire dal vissuto della classe, sono stati analizzati i messaggi che il mondo esterno ci offre (TV, internet, libri scolastici e non, giochi, giornali), ci si è avvalsi degli strumenti dei nuovi media per trovare riferimenti e spunti di ricerca. L'uso di motori di ricerca generici come Google e di enciclopedie online come wikipedia per la costruzione di webquest ha reso necessario educare preventivamente gli alunni alla consapevolezza nell’uso del web, indirizzando verso un uso critico delle fonti e potenziando le abilità cognitive connesse all’uso dei nuovi strumenti.
L’attività si è svolta in aula con l'ausilio della LIM e del tablet della docente; in laboratorio d'informatica; in spazi esterni (aula consiliare del Comune di Trecastagni). Sono stati coinvolti i genitori affinché a casa vigilassero sull'utilizzo sicuro della rete da parte dei minori (a tal fine la docente ha presentato ai genitori durante l'incontro-scuola famiglia un minicorso sull'utilizzo sicuro di internet e sui pericoli che si annidano nel web). L'intervento di esperti in classe è stato concordato con la docente, autorizzato dal dirigente previa informazione ai genitori.
La realizzazione della narrazione ha previsto l’alternanza di momenti di lavoro di gruppo in aula, in laboratorio, a casa e l'uso di ambienti cloud per l'archiviazione e la condivisione degli oggetti digitali.

Le principali fasi del progetto didattico sono state le seguenti:
- individuazione del percorso narrativo e metodologico-didattico e pianificazione delle attività;
- affidamento dei ruoli e divisione della classe in gruppi di lavoro;
- lettura, commento di brani tratti dal libro di testo;
- ricerca di materiali di approfondimento in rete (in laboratorio e a casa con la supervisione dell'adulto), webquest;
- visione sulla LIM di prodotti multimediali;
- localizzazione storico-geografica degli eventi;
- brainstorming;
- selezione di testi, brani, immagini, video, tra quelli visionali, letti, ascoltati, ritenuti utili alla realizzazione della narrazione;
- realizzazione di testi di sintesi, di mappe concettuali, di prodotti grafici e multimediali nel piccolo gruppo;
- condivisione dei materiali di sintesi con la docente in classe e/o attraverso la mail e gli strumenti di google drive (comunicazione sincrona e asincrona);
- discussione in aula, moderata dalla docente, sui materiali prodotti e le scelte operate dai gruppi;
- approfondimento delle questioni di attualità attraverso riviste e quotidiani on line (in aula, con la guida della docente e con l'uso della LIM);
- incontro con lo psicologo scolastico;
- cineforum (visione e commento di Agorà, Sognando Beckam, Eco della storia - puntata sulle protagoniste femminili nella storia italiana);
- incontro con una nota giornalista locale per parlare della storia dell'emancipazione femminile e per sentire una testimonianza diretta della condizione femminile odierna;
- incontro con il Sindaco per affrontare gli aspetti normativi legati all'esercizio dei diritti della persona;
- uso in laboratorio informatico di software per la costruzione di mappe concettuali, timeline, presentazioni efficaci sul tema della libertà, ebook come strumenti di documentazione dei vari step del percorso;
- in laboratorio, ridimensionamento dei disegni, registrazione audio dei testi da inserire nella narrazione, conversione dei file audio in formato mp3, inserimento in piattaforma;
- revisione collettiva (proiezione sulla LIM e revisione tramite pc in dotazione della lavagna interattiva) della narrazione finale prima della pubblicazione;
- dibattito in classe sull'esperienza "Policultura" e sulle ricadute in campo curricolare, personale e sociale.

L'intervento laboratoriale finalizzato alla digitalizzazione dei dati è stato coordinato dai quattro conduttori dei gruppi della classe (uno per ciascun gruppo), due femmine e due maschi, così da offrire l'immagine concreta dei due generi che lavorano alla pari e far comprendere l'importanza della collaborazione priva di prevaricazione nello svolgimento dei compiti. I conduttori hanno avuto inoltre il compito di seguire, lungo tutto il percorso progettuale, gli alunni più lenti nelle operazioni di elaborazione linguistica e/o grafica e di digitalizzazione dei materiali audio-video (secondo il modello del "tutoring").
Un aspetto importante del lavoro ha riguardato il reperimento e la scelta dei contenuti.
Per il reperimento delle informazioni, oltre il libro di testo, si è ricorso all'utilizzo di motori di ricerca generici (Google) e dell’enciclopedia libera Wikipedia. In aula informatica, sono stati preventivamente impostati dall'insegnante filtri per la navigazione sicura on line da parte dei minori.
Per la costruzione di mappe concettuali e timeline, sono stati usati software gratuiti e alcune applicazioni per tablet.

Il ruolo del docente è stato quello del tutor, del moderatore, del supervisore.

La classe è stata divisa in quattro gruppi. All'interno di ciascun gruppo, ogni alunno ha avuto un ruolo specifico:
- il conduttore, a cui competeva la scelta delle immagini, dei brani musicali e dei testi da inserire per ciascun sottoargomento (dopo un dibattito/confronto con il gruppo), il coordinamento della fase finale di digitalizzazione dei materiali, il sostegno agli alunni meno bravi (tutoring, peer-education);
- il grafico;
- il revisore di bozze;
- il lettore.

Tra i benefici didattici:
- l'implementazione di una pratica di lavoro di tipo costruttivista e laboratoriale;
- la partecipazione di tutti gli alunni della classe nelle varie fasi del lavoro, grazie anche all'applicazione di strategie e tecniche didattiche inclusive (peer education, ad esempio);
- la responsabilizzazione di tutti i componenti del piccolo/grande gruppo ai fini della buona riuscita del lavoro finale;
- il coinvolgimento dei genitori e degli esperti (a titolo gratuito) nelle attività secondo la prospettiva della comunità educante;
- l'apertura della classe "all'esterno" e "agli esterni";
- il potenziamento di abilità digitali, linguistiche, euristiche attraverso il learning by doing;
- lo sviluppo di abilità prosociali che, ci si augura in un'ottica di prevenzione, diverranno base per una futura sana vita di relazione;
- l'adozione del brainstorming e di tecniche di metacognizione come pratiche ricorrenti nel lavoro della classe.

Al termine del progetto, la classe appare più unita, avendo lavorato congiuntamente per la realizzazione di un obiettivo; i bambini sono soddisfatti perché in quest'occasione hanno dato prova di maggiore maturità (sono già pronti per affrontare il passaggio alla scuola secondaria di I grado?). Hanno comunicato di voler affrontare i problemi della vita non passivamente (stando sull'albero, come nella canzone "La libertà" di G. Gaber) ma provando ad andare alle radici del problema, cercando nelle parole degli adulti e degli esperti una soluzione, prendendo spunto dagli errori e dagli esempi del passato per non commettere (loro) a sua volta i medesimi errori nella futura vita adulta.

Ogni bambino che ha partecipato al progetto (ovvero ciascun bambino della classe) ha realizzato un fiore con la tecnica del riciclaggio, simbolo di libertà. I fiori sono di diverso colore, poiché la libertà non è una questione solo femminile (Il titolo della narrazione è infatti "Non solo rosa...percorsi di libertà").
I diversi fiori hanno creato l'"Albero della libertà". L'albero è stato posto davanti alla nostra classe per ricordarci l'impegno preso nella costruzione di una società finalmente libera, per noi e per tutti coloro con cui entriamo in relazione.