Uno dei tratti distintivi dell'artista è il saper cogliere, nella trama del vissuto, gli elementi carichi di significato, riproponendoli in una forma diversa e più incisiva. Estrapolati dal contesto del quotidiano, sia esso un trend sociale o un particolare paesaggistico, questi elementi amplificano la propria forza comunicativa mettendo in risalto il particolare significato di cui sono portatori. Esacerbando e distorcendo la realtà, l'artista la rende improvvisamente visibile a tutti. Agli studenti che hanno seguito il percorso didattico proposto dai Musei delle Regole d'Ampezzo dedicato a Filippo de Pisis è stato proposto un percorso nella sostanza simile: raccontare la realtà attraverso la lente della fantasia. Tre resoconti immaginari raccontano una vita reale vista da angolature temporali e prospettive diverse. Il primo è il racconto in prima persona dello stesso de Pisis, il secondo la testimonianza di un vecchio ampezzano che l'aveva incontrato da bambino dipingere per le vie di Cortina, il terzo è un dialogo con un ideale studente contemporaneo. Questi tre resoconti di fantasia sono stati lo strumento per gli studenti di riportare in maniera creativa le conoscenze accumulate sulla vita e la pittura dell'artista de Pisis, cogliendo e rappresentando la pluralità di ottiche e sguardi che, convergendo, completano non solo la narrazione di un evento storico, ma concreano in origine l'evento stesso. Con una opera immaginativa che si potrebbe tranquillamente definire plastica agli eventi narrati, i giovani autori hanno colto - e rappresentato meta storicamente - alcuni tra i principali elementi che contraddistinguono "l'avventura" di de Pisis a Cortina: ovvero l'autore stesso, lo sguardo della popolazione su di lui e l'influenza che tuttora esercita il suo passaggio nel panorama culturale e artistico ampezzano. Fattori storici divenuti contenitori e contenuti narrativi.