Siamo alunni di seconda media della scuola palermitana “Salvatore Quasimodo”. L’idea di partecipare al Concorso Policultura e di realizzare una narrazione multimediale ci ha subito entusiasmato. Abbiamo scelto di aderire alla categoria “Le tue radici”, perché ci interessava e incuriosiva l’idea di affrontare un argomento legato alla cultura e alle tradizioni della nostra città.
Il percorso ha per oggetto un’indagine sulla società segreta dei Beati Paoli, operante a Palermo tra i secoli XII e XVIII. Come obiettivo del lavoro ci siamo proposti di ricostruire gli scopi, l’organizzazione e l’attività di questa setta, la cui storicità non è del tutto accertata. In particolare ci hanno attratto gli aspetti di avventura, segretezza e mistero che caratterizzano le vicende dei Beati Paoli, in bilico tra verità e leggenda.
Abbiamo portato avanti l’indagine raccogliendo testimonianze di vario tipo: fonti scritte (cronache, romanzi, racconti, testi teatrali e poetici), fonti iconografiche (disegni, fotografie), fonti orali. Abbiamo analizzato la trasformazione della città di Palermo nei secoli, confrontando una carta topografica settecentesca con una attuale. Abbiamo scattato fotografie in uno dei quartieri storici di Palermo, il Capo, teatro delle vicende della società segreta, e abbiamo visitato la Biblioteca Comunale, dove è conservata l’opera del Marchese di Villabianca, uno degli autori che ha studiato maggiormente i Beati Paoli. Successivamente ci siamo dedicati alla consultazione dei documenti raccolti (prima “interrogando” le fonti, poi interpretandole, per ricavarne notizie utili alla nostra indagine), quindi alla stesura dei testi e infine alla ricerca di immagini adatte ad illustrarli.
Senza dubbio, però, la parte più interessante del lavoro è stata la realizzazione del racconto multimediale vero e proprio, dalla registrazione dei file audio all’inserimento nel motore “1001Storia” dei contenuti della narrazione e delle immagini corrispondenti. Una volta concluso il lavoro, ci siamo resi conto di avere raggiunto un duplice obiettivo: oltre ad aver verificato l’importanza dell’uso delle fonti nella ricerca storica, abbiamo acquisito un po’ più di dimestichezza con la tecnologia multimediale. Inoltre, rivedere il racconto multimediale e riascoltare le nostre voci ci ha gratificato moltissimo!