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"Buon giorno, cosa posso servirLe?" - "Einen Daiquiri, bitte!"

Il progetto didattico/Educational project

Quando la classe è stata messa al corrente dell’esistenza di questo progetto, la risposta è stata fin da subito positiva, anche perché l’argomento proposto (le conversazioni tra clienti e barkeeper/camerieri, nonché la possibilità di approfondire la conoscenza della storia di uno dei cocktails più famosi al mondo) ha suscitato grande interesse.

Per quanto riguarda la parte di lingua, sono stati letti e studiati tutta una serie di dialoghi tratti dal testo di microlingua in uso (Das Gespräch mit den Gästen in der Bar und im Café, bzw. an der Theke und am Tisch – la conversazione con i clienti al bar: al banco ed al tavolo), con un lavoro di comprensione e traduzione che è stato svolto a piccoli gruppi (con l’utilizzo dei diversi dizionari on-line e della ricerca per immagini nella rete).

Durante le ore di laboratorio di sala, gli studenti si erano invece già cimentati nella realizzazione dei vari cocktails ed è bastato quindi, in aula, concentrarsi su uno solo … stavolta destreggiandosi, oltre che con i vari ingredienti, lo shaker, il colino ed i bicchieri adatti, anche con il tedesco.
Pertanto, quanto essi già conoscevano in italiano è stato affrontato in lingua: ingredienti, attrezzi necessari e fasi di preparazione del cocktail, la sua storia, la sua presenza nella letteratura e nel cinema, il mondo dell’International Bartenders Association.

L’ostacolo più difficile da superare è stato, ovviamente, quello della lettura ad alta voce in tedesco (non ci si deve assolutamente scordare di un aspetto molto importante, legato alla seconda lingua, e cioè che nel biennio dell’istituto alberghiero sono previste solo due ore di tedesco alla settimana, che diventano poi tre nel triennio).
L’impegno e lo sforzo maggiore è stato quello di cercare di far leggere tutti i ragazzi ed anche in questo caso, come solitamente avviene in classe, un po’ su base volontaria ed un po’ per “costrizione” (ma con pochissime lamentele!).
Comunque sia, praticamente tutti (ventiquattro alunni su una classe di venticinque) hanno fatto sentire la propria voce.
Durante la lettura in lingua si avvertono errori, indecisioni, ripensamenti e correzioni, legati alle difficoltà intrinseche di una lingua, quella tedesca, che soprattutto nelle descrizioni tecniche dà il meglio di sé con le sue famigerate parole composte e con le date.
La lettura in italiano, apparentemente più facile, ha dovuto però fare i conti con l’emozione di oratori non professionisti e che mai, prima d’ora, avevano affrontato un’esperienza come questa.

Questo progetto ha fatto sì che i ragazzi lavorassero in gruppi costituiti sempre da diverse persone, sia per quanto riguarda il lavoro di traduzione, che per quanto riguarda i gruppi di lettura, che avevano da gestire testi in italiano ed in tedesco.
La stessa fase di registrazione è stata una vera e propria attività di cooperazione: chi leggeva, chi teneva il microfono e chi si è prestato a fare da leggio, il tutto mentre gli altri erano intenti a “ripassare la parte”.

Il risultato migliore, al di là dell’esposizione in lingua e del prodotto finale in sé, è sicuramente stato il clima di collaborazione e cooperazione che si è venuto a creare in classe, che ha contribuito a rinsaldare vecchi legami ed a crearne di nuovi.