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CENERENTOLA NEL MONDO

Introduzione

“Ehi, prof! Ma per caso esiste una Cenerentola americana?!”.

“È possibile”.

Dall'espressione corrucciata di Simone capisco che non è pienamente soddisfatto della mia risposta.

"Di storie con ragazze povere e maltrattate come protagoniste, che sognano il principe azzurro, è probabile che ce ne siano molte sparse per il mondo”.

Lo vedo più dubbioso di prima.

“Perché non scrivi tu di una Cenerentola americana?!”.

Detto e fatto.
È in questo modo che è nata l’idea di creare alcune fiabe animate che avessero come protagonista Cenerentola, una Cenerentola speciale, nata nei posti più disparati del nostro pianeta.

Per realizzare questo progetto, è stato necessario dividere i 26 alunni in tre gruppi, ciascuno dei quali, dopo un confronto in classe, ha scelto in quale luogo della Terra ambientare la propria storia. E così si è deciso di dare vita a tre racconti incentrati su una Cenerentola brasiliana, eschimese e americana.
L’intervento della collega di Geografia ha aggiustato il tiro al lavoro, in modo da permettere agli studenti di far fruttare i loro studi sui paesi e climi europei. E così la Cenerentola eschimese è diventata norvegese, quella americana si è trasformata in svizzera, mentre quella brasiliana è stata spedita in vacanza in Spagna.

Ai ragazzi sono stati forniti dei Webquest, ossia dei modelli di ricerca da utilizzare con internet, attraverso siti ufficiali di storia e geografia, al fine di permettere loro di raccogliere informazioni sulle tradizioni, usanze, costumi dei paesi in cui si sarebbe ambientata la loro storia.

Nella fase successiva è stata fatta la cernita e sistemazione del materiale raccolto.

Gli alunni hanno quindi proceduto alla scrittura della fiaba, rispettandone le caratteristiche di ambientazione.

È poi seguita un'operazione che è stata svolta senza particolari difficoltà: pur non sapendo l’esatta definizione di sequenza, e senza precedenti esercitazioni svolte sul libro di testo, gli studenti sono ugualmente riusciti a ricavare dalla loro fiaba una ventina di sequenze.

Hanno quindi progettato un disegno che rappresentasse o soltanto evocasse ciascuna delle parti in cui era stato diviso il racconto.

Successivamente la fiaba è stata adattata ad ogni sequenza, nel senso che per ogni disegno sono state scelte delle frasi o dei dialoghi che li raccontassero. Il tutto è stato in seguito registrato pazientemente al microfono.

Al caricamento sul sito di Policultura del materiale prodotto, è stata dedicata la parte finale del progetto.

Con questo tipo di lavoro, i ragazzi hanno imparato ad interagire e a collaborare come un gruppo efficiente, a confrontarsi con l’arte dello scrivere e del parlare, a vincere la propria emotività. Hanno dovuto infatti scrivere una storia, parlare di fronte ad un microfono cercando di essere spontanei, dosando bene pause e tono della voce, correggendo la propria dizione.
Sarebbe stato fin troppo facile assegnare la registrazione al microfono della fiaba agli studenti più abili nell'esposizione orale, o farsi indicare dal collega di Educazione Artistica i ragazzi più portati nel disegno e dare loro il compito di realizzare le sequenze del racconto, o infine far scrivere il canovaccio della storia agli alunni più inclini alla pratica della scrittura.
Tutto questo non è stato fatto, anzi, talvolta è stato pure evitato di proposito, in modo da permettere a tutti quanti di provare e sperimentare ogni campo di studio.
Il nostro è un lavoro corale e come tale va interpretato.
È con questo spirito che lo stesso prof. Piergiovanni si è messo in gioco, realizzando uno schizzo di un disegno, attività nella quale da studente otteneva sempre pessimi risultati.

Il connubio tra carta e software ha permesso agli studenti di creare un ponte tra il mondo della scuola fatto di matite e fogli da disegno e il loro mondo ricco di computer e iPod.

Il passo successivo sarà quello di trasformare queste fiabe in fumetti da vedere e ascoltare sull’iPod, al fine di dare vita ad una scuola più viva, al passo coi tempi, nella quale i veri protagonisti del sapere e della conoscenza sono gli alunni.

Luca Piergiovanni