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Guida per ragazzi stanchi di stare sui banchi: la Cattedrale e il Museo Diocesano di Assisi

Un laboratorio di idee

La classe 2°G è formata da 27 alunni le cui tipologie di apprendimento sono estremamente diversificate sia per le specifiche competenze, che per storie scolastiche pregresse. La scuola è inserita in un ricco comune di circa 22.000 abitanti, a pochi km da Perugia ed Assisi. L’idea di creare una narrazione multimediale è nata nel mese di Luglio del 2010, grazie al suggerimento dell’Università di Perugia. A settembre, il Consiglio di Classe ha individuato, in un progetto presentato dal Museo Diocesano di Assisi, l’attività da correlare al concorso.L’attività ha avuto come obiettivo specifico la conoscenza della Cattedrale di San Rufino e del Museo Diocesano per guidare i ragazzi alla comprensione della storia, dell’arte e delle tradizioni religiose proprie dell’identità culturale del loro territorio. Rispetto all’impostazione originale, l’iter del progetto è stato rimodulato per il concorso ed ha previsto i seguenti step: 1) visita guidata della Cattedrale e del Museo con scelta delle opere da approfondire; 2) laboratorio a scuola con gli esperti, in cui gli alunni hanno studiato su dispense facilitate, con guida all’analisi dell'opera d’arte scelta; 3)correzione delle dispense da parte dei docenti e degli operatori museali; 4) stesura della narrazione e impostazione dei disegni per i singoli argomenti e sottoargomenti , con la classe divisa in sei gruppi; 5)seconda visita in loco per corredare di fotografie i testi; 6)registrazioni dei testi ; 7)scelta delle musiche per il sottofondo musicale; 8)inserimento del sottofondo musicale; 9)creazione foto per la copertina e per i fotomontaggi;10)inserimento testi e audio nel motore “1001storia”; 11)revisione finale ed invio della narrazione.
Il lavoro si è svolto inizialmente con dodici gruppi di alunni che, successivamente, si sono trasformati in sei, quanti cioè sono stati gli argomenti individuati per la narrazione. I gruppi sono stati strutturati in modo da essere il più possibile omogenei, anche se nel corso del progetto sono nati dei “tecnici specializzati” nell’audio, nel video, nell’organizzazione e gestione dei materiali, nella ricerca di immagini sul web, ecc . Questa scelta ha permesso a tutti gli alunni (disabili, certificati o con difficoltà attentive e/o didattiche) di inserirsi non solo attivamente nel progetto, utilizzando quegli ambiti espressivi che la lezione tradizionale spesso sacrifica, ma soprattutto di non essere emarginati in alcune fasi del lavoro. I docenti hanno svolto il ruolo di facilitatori, accompagnando, correggendo, spronando, valorizzando e lodando il lavoro degli studenti. La scelta poi fatta dai ragazzi di essere tutti speaker e di comparire nelle immagini con l’uso di fotomontaggi, ha creato invece diverse difficoltà, come, per esempio, il problema di far leggere 23 “pezzi” a 27 voci……(risolto con l'inserimento di un settimo argomento: il backstage). Un altro problema è stato quello della sincronia fra immagini e parlato che ha creato un interminabile lavoro di inserimento e eliminazione delle foto. A marzo il lavoro è diventato sempre più complesso e, a volte, è stato necessario ricominciare da capo oppure prendere atto di aver fatto scelte non attuabili. Un esempio è stata la difficoltà di inserire un sottofondo musicale sul parlato: per degli adolescenti immersi in un mondo virtuale, spesso la progettazione non è supportata dal realismo della messa in pratica. I ragazzi sono perciò stati messi di fronte ad un problema che non poteva essere risolto senza una preparazione tecnologicamente adatta, ma soprattutto in tempi così ristretti. Devo però dare atto che la loro creatività ha permesso di trovare la soluzione, anche se, obiettivamente, “amatoriale”. Nelle ultime settimane un papà è venuto a lavorare con noi e questo ci ha fatto sentire veramente meno soli, oltre a creare nella classe un caldo clima di complicità che non si esauriva fra le mura dell'aula. Da quel momento abbiamo rotto tutte le gerarchie interne, scavalcato la burocrazia scolastica, creando compresenze dove non ce n’erano, ed abbiamo trasformato la lezione in un vero laboratorio di idee e di apprendimento. Ora che tutto è finito, siamo veramente orgogliosi di quanto fatto, e tutti noi ci sentiamo quasi “vuoti” senza quelle ore in cui i docenti si trasformavano in alunni, i genitori diventavano esperti, ma soprattutto i ragazzi scoprivano da soli le loro conoscenze.