Questa storia ruota intorno ad un singolo fatto giuridico: il pirata.
Il fascino del pirata è indiscusso. Letteratura e cinema si sono ampiamente dedicati a lui e con simpatia, perché la pirateria sembrava un problema relegato al passato. Già alla fine dell'Ottocento si diceva che i pirati fossero destinati a scomparire perché oramai i mari erano diventai i sicuri. Poi, però…
Di fatto il pirata costituisce il nemico originale del genere umano. E molto tempo prima della codificazione del diritto internazionale, con una celebre affermazione richiamata in un recente saggio di D. Heller-Roazen, professore di lett. comparata a Princeton, Cicerone scriveva che esistono nemici con i quali si può negoziare e con cui si può stabilire una tregua; ma esiste anche un nemico con il quale i trattati restano lettera morta e la guerra continua senza fine: il pirata, appunto, che gli antichi giuristi consideravano «il nemico di tutti».
Gli studenti sono partiti dalla loro esperienza e soprattutto dal loro sistema di percezione: come mai (si sono chiesti) il pirata è un personaggio così accattivante, se essere pirata, un tempo, era un marchio, una bandiera con un teschio tra due ossa? Come mai la pirateria si combatte? Cosa è davvero la pirateria?
Attingendo ai diversi materiali di numerose discipline, con mezzi adeguati al loro livello di studio, hanno ri(n)tracciato la figura del pirata dai tempi pre-storici ad oggi; ne hanno analizzato lo statuto giuridico ed i simboli, individuando i luoghi in cui egli si è mosso e si muove: il mare (Mediteraneo e Oceano Indiano), il cielo, lo spazio virtuale.
Hanno studiato alcuni strumenti di lotta contro la pirateria dall’antichità ad oggi.
Hanno ricostruito la vita di pirati famosi.
E sono arrivati a delle prime conclusioni: che dopo essere stato spesso considerato un personaggio del lontano passato, il nemico di tutti non è scomparso; si è, casomai, trasformato ed oggi è più vicino a noi di quanto si possa pensare. Anzi, forse, non è mai stato così vicino.