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Italiani in viaggio

Il progetto didattico

IL CONTESTO
L'esperienza è stata affrontata dalla classe Terza C della Scuola Secondaria di 1° di Molteno, un piccolo paese della Brianza lecchese. I 24 alunni provengono tutti da Molteno o dai comuni limitrofi; due hanno origini straniere.

LE MOTIVAZIONI
La decisione di partecipare a Policultura è scaturita soprattutto dall'esigenza di coinvolgere in un progetto comune l'intera classe, nessuno escluso.
La scelta del tema è invece derivata da diverse considerazioni. Innanzitutto, il percorso ha offerto la possibilità di affrontare l'argomento con un punto di vista interdisciplinare. Inoltre, venire a conoscenza delle esperienze vissute da tanti italiani dopo l'unificazione ha consentito ai ragazzi di riflettere su un passato nazionale a volte trascurato e di confrontare questo passato con la realtà attuale.

LE FASI DEL LAVORO
L'attività legata a Policultura è stata inserita nel consueto percorso didattico, mantenendo sempre un'ottica interdisciplinare. Il lavoro è stato articolato in 4 fasi:

1. LE CONOSCENZE
Nella prima fase la classe ha affrontato lo studio della storia nazionale tra XIX e XX secolo, segnata dai problemi dell'Italia postunitaria e dalla decisione di molti di andarsene dal paese.
Parallelamente, in Letteratura, sono state analizzate alcune poesie di poeti italiani che hanno vissuto l'esperienza di una migrazione interna, dal sud al nord Italia, o esterna, verso l'America. Oltre ai componimenti di Ungaretti, Quasimodo, De Amicis etc, è stata analizzata anche la poesia scritta da Grazia Mauri, un'insegnante della Scuola Primaria di Garbagnate Monastero, che fa parte dell'Istituto Comprensivo di Molteno. La poesia, scritta in dialetto lombardo, riporta in versi il racconto della madre di Grazia, emigrata in Svizzera per lavorare.
Il percorso è stato completato dalla lettura di brani antologici, dall'ascolto dei canti degli emigranti e dalla visione del film Nuovomondo.

2. IL PIANO EDITORIALE
Conclusa la fase di studio con relative interrogazioni, si è proceduto con la stesura del piano editoriale. Nella prima bozza sono stati elencati tutti gli argomenti trattati: la storia, le poesie, i testi in prosa, i canti degli emigranti, i film.
Strada facendo, il piano è stato però in parte ripensato e arricchito grazie a nuovi spunti offerti sia dall'attualità sia da docenti dell'istituto che si sono interessati al progetto. Il piano editoriale è stato quindi ampliato con altri tre argomenti: le canzoni di oggi, le testimonianze da raccogliere tramite interviste e la situazione attuale dell'Italia, divenuto ormai paese di immigrazione.

3. IL LAVORO A GRUPPI
L'articolazione del piano editoriale in otto argomenti ha consentito di dividere la classe in otto gruppi da tre. La formazione dei gruppi è stata stabilita dall'insegnante. A ciascun gruppo è stata però lasciata completa libertà nell'organizzazione. Ogni gruppo ha dunque deciso autonomamente se dividere tutti i compiti fra i tre componenti o se assegnare a ciascun componente un solo compito: a uno la stesura dei testi, a un altro la scelta delle immagini e al terzo la registrazione dell'audio.
Il lavoro a gruppi è stato svolto prevalentemente in aula pc.

4. LA REVISIONE
Una volta completati, i testi e le immagini sono stati consegnati all'insegnante per la correzione. Si è poi proceduto con la registrazione dell'audio in base alle indicazioni stabilite da ciascun gruppo. Caricati tutti i file, si è presa visione tutti insieme dell'anteprima per inserire eventuali correzioni.

PROBLEMI TECNICI E SOLUZIONI ADOTTATE
Per caricare i file audio con le interviste, si è dovuto procedere alla divisione delle medesime in più parti.
L'intervista realizzata tramite Skype alla famiglia Pucillo, residente negli USA, è stata preparata dagli alunni, ma, per questioni di fuso orario, è stata effettuata e registrata dall'insegnante.

ASPETTI POSITIVI E NEGATIVI
Senza dubbio, l'aspetto più positivo dell'esperienza effettuata è che ciascun alunno ha contribuito in base alle proprie attitudini alla realizzazione di un prodotto concreto. La possibilità di lasciare una “traccia di sé” in un lavoro che rimarrà visibile ha certamente migliorato l'autostima degli alunni che meno sono abituati a sentirsi protagonisti. Il fatto che si siano proposti per la registrazione dell'audio anche i ragazzi affetti da disturbi specifici mi ha resa particolarmente felice.
La divisione dei compiti all'interno dei gruppi non è sempre stata facile e stabilita in modo pacifico, ma la mia volontà di sottrarmi del tutto alle questioni organizzative interne ha spinto i ragazzi a diventarne i soli responsabili e a cercare soluzioni.
Significativa è stata anche la ricaduta didattica, in quanto i ragazzi sono stati in qualche modo incentivati a diventare “esperti” dell'argomento assegnato al gruppo.
Infine, l'aver avuto la possibilità di intervistare Fabio Geda sul tema trattato li ha fatti sentire ancor più protagonisti di un progetto importante.