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L'isola che non c'è: utopie per un mondo di pace

Il progetto didattico

La narrazione multimediale “L’isola che non c’è: utopie per un mondo di pace” nasce da un confronto sul tema delle utopie dopo lo studio del pensiero politico dell’età moderna. Come docente ho percepito che c’era un forte interesse verso l’argomento, ma anche una grande motivazione a voler sperimentare di nuovo, dopo l’esperienza dello scorso anno, la multimedialità, così come il progetto di Policultura ci ha dato la possibilità di fare. Ho lanciato quindi l’idea di costruire una narrazione sulla base dei loro interessi e delle sollecitazioni, provocazioni che ciascuno aveva dato durante la discussione in classe.
Sono emerse molte angolature del problema dell’utopia. L’attività di ricerca ha quindi cercato di sviluppare ed approfondire una particolare prospettiva del problema, sulla base dei propri interessi, conoscenze o curiosità. E’ iniziato così un primo momento di ricerca individuale o a piccoli gruppi, i quali poi hanno socializzato le loro conoscenze con la classe. Il piano editoriale è stato piuttosto difficile da determinare. in quanto ognuno riteneva il proprio argomento valido, anche se non perfettamente correlato agli altri.
Questa fase è stata la più delicata, si è poi convenuto che era determinante trovare le tre macro aree per avere la possibilità di inserire la maggior parte delle proposte.
Le conoscenze multimediali degli studenti sono state un elemento di forza e anche la capacità di due, tre persone di esercitare la leadership. Il ruolo dell’insegnante coordinatore è stato quello di mediare e proporre strategie alternative, quando fossero emerse delle difficoltà, anche se, essendo la classe alla seconda esperienza del progetto, il grado di autonomia è stato molto elevato.
Gli altri docenti sono stati di supporto per la scelta dei materiali e per i suggerimenti specifici alle loro discipline. In sintesi si è creato un buon lavoro di squadra e l’apporto di ciascuno è stato valorizzato.
Una difficoltà è stata quella di trovare tempo durante l’orario scolastico per inserire i materiali in quanto non tutti i docenti si sono dimostrati collaborativi, specialmente quelli non direttamente interessati.
Personalmente ritengo molto proficuo questo tipo di attività, soprattutto per la crescita del senso di responsabilità e per lo sviluppo delle abilità di organizzazione del lavoro proprio e di gruppo. Inoltre sono molto soddisfatta del prodotto che ritengo essere al di sopra delle nostre aspettative.