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L'altra metà dell'unità: intervista alle Madri della Patria

L’altra metà dell’unità: intervista alle Madri della Patria

Si tratta di un lavoro complesso e completo, una ricerca-azione per la costruzione di un sapere aperto a tutti, anche a quegli alunni che per ragioni diversificate evidenziano varie difficoltà di apprendimento. La nostra è una classe composta da numerosi alunni provenienti da paesi stranieri e ha, come molte altre classi, degli alunni con difficoltà di apprendimento. Il processo di inclusione didattica e sociale è stato pertanto attivato in ogni minima sfaccettatura,evidenziando notevoli potenzialità in relazione al pieno coinvolgimento di tutti gli alunni e crescenti forme di lavoro comune e collaborativo.
All’inizio, stabilito il tema generale di ciascun progetto, sono stati definiti gli obiettivi seguiti dalla selezione di un’ipotesi di lavoro e degli strumenti necessari per attuarlo. Tutto poi si è svolto attraverso una ricerca accurata delle fonti storiche, con approfondita lettura e attenta analisi dei documenti, selezione del materiale e raccolta dati.I ragazzi hanno usato per la loro ricerca libri e nuove tecnologie . In seguito si è proceduto alla stesura del lavoro con l' utilizzo di vari linguaggi espressivi, ma soltanto dopo aver attivato un'attenta riflessione individuale e collettiva degli argomenti e sottoargomenti trattati e sviluppati, al fine di renderli funzionali alla comunicazione multimediale, anche attraverso opportune considerazioni, rielaborazioni e sintesi attivate dal gruppo di lavoro nell’aula tradizionale e nel laboratorio informatico.
Anche quest'anno la ricaduta didattica e formativa sugli alunni del lavoro svolto è stata efficace e proficua: tutti si sono mostrati impegnati e fieri di partecipare ad un'iniziativa che ritengono possa offrire loro effettive opportunità di crescita e formazione, nonché la possibilità di condividere benessere attraverso situazioni operative stimolanti e positive, create all'interno della scuola e della cultura scolastica.Grazie dunque, al Politecnico di Milano per averci concesso, ancora una volta, la possibilità di vivere e far vivere la didattica e la scuola in un modo diverso.